LA SCALINATA CHE PORTA ALLA ROCCA SARA' INTITOLATA ALL'ARTISTA DOMENICO DALMONTE
Per volontà dell'Amministrazione Comunale, la scalinata che collega via Porta Bonfante con la Rocca Veneziana sarà intitolata al prof. Domenico Dalmonte (27/8/15 - 19/3/1990), un percorso pedonale che riveste un particolare coinvolgimento nella vita dell'artista che l'ha ritratta diverse volte nelle sue xilografie.
Artista bizzarro ma con tanto autocontrollo e talento, Domenico Dalmonte ha affinato nel tempo la sua arte fino a trarne dei veri capolavori di xilografia e disegno.
Nacque nel 1915 nella frazione di Villaggio Strada, figlio di un falegname la cui bottega ha certamente influito, fin già negli anni giovanili, sull’esperienza del futuro artista. Dal legno alla pittura: il mondo della bottega artigianale – fatto di attrezzi, pialle, asce – rappresenta già un primo modello di riferimento in cui l’artista impara a selezionare, rifinire, decorare.
Comincia giovanissimo nel 1928 la sua attività nella Tipografia Valgimigli di Brisighella (esperienza che sarà molto importante per i futuri lavori sulla carta stampata) e contemporaneamente frequenta la scuola di disegno per Arti e Mestieri diretta dal maestro Giuseppe Ugonia che notò per primo la predisposizione e le doti del giovane allievo.
In seguito, lavora per circa due anni a Faenza, nello stabilimento litografico dell’avvocato Francesco Baracchini. Il servizio militare a Ravenna, e poi dal 1939 la campagna in Libia, non logorò la sua passione per l’arte e anche in condizioni precarie continuò a disegnare ritratti e paesaggi esotici.
Intanto, nonostante la guerra, proseguiva gli studi, conseguendo la Maturità Artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 1942, approfittando di una breve licenza.
Alla fine del conflitto tornò a Brisighella dove insegnò nella Scuola di Avviamento e lavorò presso l’Ufficio Tecnico del Comune. Nel 1953 conseguì anche il diploma di licenza del corso di Decorazione, sempre all’Accademia di Belle Arti di Bologna, sotto la guida di insigni professori come Giovanni Romagnoli e Giorgio Morandi.
Insegnò poi educazione artistica in diverse scuole della Romagna e dal 1973 ricoprì l'incarico di Ispettore Onorario per la conservazione dei Monumenti e degli oggetti d'Antichità e d'Arte della Provincia di Ravenna.
La xilografia – arte incisoria fra le più antiche – fu una delle tecniche preferite dall’artista. Domenico Dalmonte si forma nel pieno della cultura futurista e ne coglie l’impronta stilistica: incisione forte, essenziale razionale. Tra le sue opere rimaste nella memoria collettiva c’è certamente la copertina della rivista d’illustrazione romagnola “La Piê”.
Attraverso i suoi disegni ha raccontato scorci e ambiente unici immortalando Brisighella con il potere dell’arte. Domenico Dalmonte per tutti i brisighellesi era conosciuto come “Mengo”, e Brisighella divenne il principale teatro – anche se non l’unico – della sua ricerca artistica.
A Dalmonte non mancava mai l’ispirazione, lo testimonia la sua numerosa produzione artistica che abbraccia diverse tecniche: dall’olio (con 280 dipinti documentati), disegni, xilografia (circa 200 opere), litografia, calcografia e acquerelli.
I soggetti dei suoi dipinti sono certo i grandi paesaggi brisighellesi – come la Rocca, il Monticino, il duomo – ma l’elemento umano, direttamente o indirettamente, è sempre presente.
I paesaggi da lui immortalati non sono ‘fredde’ fotografie da turista di passaggio, tutt’altro, racchiudono nei loro tratti il senso stesso dello scorrere della vita e del suo mistero. Un’esplosione di luci, colori e ombre capaci di rendere, con il linguaggio dell’arte, più vera la realtà stessa.
In ricordo dell’artista, scomparso il 19.3.1990, è stata realizzata una mostra retrospettiva realizzata dal figlio Attilio con la collaborazione dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Brisighella, inaugurata il 16 aprile 2022.
In foto: la scalinata intitolata al prof. Domenico Dalmonte e Domenico Dalmonte in un autoritratto.
Commenti
Posta un commento