DECRETO RICOSTRUZIONE TRA ACCUSE E SMENTITE, MA ECCO SPUNTARE UNA LETTERA APERTA DI UNA BRISIGHELLESE
Brisighella 29.07.2024.
In una nota del Circolo PD si legge:
“La Sen. Marta Farolfi mercoledì scorso nella Commissione Ambiente del Senato ha bocciato l’emendamento al decreto Ricostruzione, presentato dalle opposizioni, che prevedeva l’innalzamento del tetto dei risarcimenti da 6 mila a 30 mila euro, per i danni ai beni mobili nelle zone colpite. Una volta che poteva battersi per i cittadini del suo territorio, la Sen. Farolfi ha preferito allinearsi agli ordini di partito (FdI) contro la Romagna piuttosto che unire le forze sulla proposta di Michele de Pascale a favore delle famiglie alluvionate. Pensa forse veramente che si possano riparare i danni sui beni mobili subiti dall’alluvione con 6mila euro?”
Su questo tema la Senatrice Marta Farolfi dichiara sulla sua pagina Facebook:
"De Pascale mente sapendo di mentire. Non si sa se sia il caldo o l'euforia di essere stato scelto come candidato alla Regione Emilia-Romagna, ma De Pascale straparla e mente sapendo di mentire. Non è vero che l'emendamento per innalzare gli indennizzi ai beni mobili a 30.000,00 euro è stato presentato da tutta l'opposizione anzi, su questo argomento, l'opposizione si è divisa tanto che solo un emendamento su cinque chiedeva l'innalzamento a 30.000 euro, degli altri uno lo chiedeva fino ad un massimo di 18.000 euro e ben 3 fino ad un massimo di 12.000 euro.
Non è vero che Anci era d'accordo.
La proposta di Anci era di 12.000 euro. Una bella differenza. Per ultimo, non è vero che la struttura commissariale aveva espresso parere favorevole.
Detto questo, capisco che siamo in campagna elettorale ma non è corretto creare sulla pelle degli alluvionati aspettative gonfiate ad arte.
La cifra richiesta di 30.000 euro è demagogica e strumentale. Il vero intento di De Pascale e del Pd non è la tutela degli alluvionati, ma di distrarre l'attenzione dalle responsabilità che la Regione ha avuto in questa tragedia in cui ci sono state anche delle vittime. Anche la stima dei danni ai privati è stata gonfiata dalla Regione.
Il danno reale, calcolato dalla struttura commissariale, è di 1,9 miliardi e non di 4 miliardi. D'altronde non c'è da meravigliarsi: dal giorno seguente all'alluvione la Regione non ha fatto altro che mettere i bastoni fra le ruote al fine di ritardare gli indennizzi, a cominciare dalla piattaforma Sfinge (il nome dice tutto) che non ha mai funzionato. Quanto alle risorse, le cifre indicate da De Pascale servono per la ricostruzione privata. I 210 milioni per gli indennizzi ai beni mobili sono una cifra aggiuntiva messa a disposizione dal Governo Meloni proprio per venire incontro alla popolazione alluvionata. Una misura mai attuata da nessun governo precedente, neanche da Bonaccini per il sisma del 2012 in Emilia".
Sulla pagina Ravenna webtv una brisighellese, Marcella Vitali, fa pubblicare una lettera aperta indirizzata alla Senatrice Marta Farolfi "siamo beffati e umiliati"
“Egregia Senatrice,
mi rivolgo a lei, perché essendo di Brisighella può più di altri avvertire il clima che si respira nel territorio alluvionato.
Parlare di delusione è estremamente limitativo, poiché tutti noi avvertiamo che, oltre al danno, c’è la beffa da parte dello stato dove impazzano le lotte politiche senza esclusione di colpi ma sempre sulla nostra pelle, quindi beffati e umiliati con ordinanze, con mancato rispetto di quanto annunciato (vedi credito d’imposta promesso a fine gennaio nelle riunioni pubbliche dalla struttura commissariale), con interviste surreali che vantano i grandi risultati di 500 ristori per 30000 alluvionati, con grandiose promesse di concessione di 6000 euro per gli arredi, magari da cui detrarre i 5000 del CIS (!!!): cose mai avvenute, senz’altro, perché alle beffe non c’è limite. Qualcuno si è mai posto il problema della differenza tra terremoto e alluvione, oppure, come ormai è convinzione comune, la politica vive e opera in un’altra realtà, non quella dei poveri cittadini ? A meno che le case non siano state rase al suolo, la situazione delle aree terremotate è ben diversa, con l’alluvione invece sono tanti a non aver salvato nemmeno le mutande, si immagini tutto il resto.
A noi che abbiamo perso da qualcosa a molto a tutto, non interessano le squallide polemiche pre elettorali tendenti a mettere in evidenza il perché di quanto avvenuto o addirittura avere assistenza legale, ci interessa realisticamente sapere cosa si intende fare per mettere in sicurezza il territorio. Tanti non hanno modo di affrontare le spese e non sono in condizione di accedere a mutui, pertanto rinunciano e abbandonano le case al loro destino magari svendendole; chi invece sta dando fondo ai propri risparmi o si fa aiutare dalle proprie reti familiari nella speranza che poi ci sia un rimborso (il cosiddetto 100% del 50%), vorrebbe conoscere i programmi, anzi i cronoprogrammi delle azioni che garantiscono una ricostruzione non vanificabile dal ripetersi dell’evento: solo a opere avvenute e non certo tra 12 anni come si va dicendo, in ogni caso non a parole, potremo giudicare chi ha operato meglio nei confronti dei cittadini e far pesare la bilancia nel segreto dell’urna.
Altra questione “inspiegabile” è il silenzio assoluto delle diverse parti politiche sulla questione fognaria e le responsabilità di Hera, che io definisco “la nebulosa inafferrabile”. Come mai nessuna polemica ? Come mai il silenzio davanti alle vaghe promesse di lavori da attuare in tempi esponenziali? Come mai ci si accontenta delle parole ? Si è consapevoli che la rete fognaria è ostruita al 50% da fango cementato e che al prossimo allagamento soffriranno non solo le aree prossime ai fiumi ma i centri storici ? Qualcuno è in grado di ricordare a Hera, direi qualcosa di più, che oltre ai guadagni, ha precisi compiti gestionali ?
Dopo il Covid, che già per molti di noi aveva causato pesanti drammi, la vita ci ha presentato un conto salatissimo da pagare, un’autentica situazione “di guerra” e senza gli auspicabili supporti per poter fare fronte in modo dignitoso, almeno con l’attenzione e il rispetto dello stato verso i propri cittadini.”
In una nota del Circolo PD si legge:
“La Sen. Marta Farolfi mercoledì scorso nella Commissione Ambiente del Senato ha bocciato l’emendamento al decreto Ricostruzione, presentato dalle opposizioni, che prevedeva l’innalzamento del tetto dei risarcimenti da 6 mila a 30 mila euro, per i danni ai beni mobili nelle zone colpite. Una volta che poteva battersi per i cittadini del suo territorio, la Sen. Farolfi ha preferito allinearsi agli ordini di partito (FdI) contro la Romagna piuttosto che unire le forze sulla proposta di Michele de Pascale a favore delle famiglie alluvionate. Pensa forse veramente che si possano riparare i danni sui beni mobili subiti dall’alluvione con 6mila euro?”
Su questo tema la Senatrice Marta Farolfi dichiara sulla sua pagina Facebook:
"De Pascale mente sapendo di mentire. Non si sa se sia il caldo o l'euforia di essere stato scelto come candidato alla Regione Emilia-Romagna, ma De Pascale straparla e mente sapendo di mentire. Non è vero che l'emendamento per innalzare gli indennizzi ai beni mobili a 30.000,00 euro è stato presentato da tutta l'opposizione anzi, su questo argomento, l'opposizione si è divisa tanto che solo un emendamento su cinque chiedeva l'innalzamento a 30.000 euro, degli altri uno lo chiedeva fino ad un massimo di 18.000 euro e ben 3 fino ad un massimo di 12.000 euro.
Non è vero che Anci era d'accordo.
La proposta di Anci era di 12.000 euro. Una bella differenza. Per ultimo, non è vero che la struttura commissariale aveva espresso parere favorevole.
Detto questo, capisco che siamo in campagna elettorale ma non è corretto creare sulla pelle degli alluvionati aspettative gonfiate ad arte.
La cifra richiesta di 30.000 euro è demagogica e strumentale. Il vero intento di De Pascale e del Pd non è la tutela degli alluvionati, ma di distrarre l'attenzione dalle responsabilità che la Regione ha avuto in questa tragedia in cui ci sono state anche delle vittime. Anche la stima dei danni ai privati è stata gonfiata dalla Regione.
Il danno reale, calcolato dalla struttura commissariale, è di 1,9 miliardi e non di 4 miliardi. D'altronde non c'è da meravigliarsi: dal giorno seguente all'alluvione la Regione non ha fatto altro che mettere i bastoni fra le ruote al fine di ritardare gli indennizzi, a cominciare dalla piattaforma Sfinge (il nome dice tutto) che non ha mai funzionato. Quanto alle risorse, le cifre indicate da De Pascale servono per la ricostruzione privata. I 210 milioni per gli indennizzi ai beni mobili sono una cifra aggiuntiva messa a disposizione dal Governo Meloni proprio per venire incontro alla popolazione alluvionata. Una misura mai attuata da nessun governo precedente, neanche da Bonaccini per il sisma del 2012 in Emilia".
Sulla pagina Ravenna webtv una brisighellese, Marcella Vitali, fa pubblicare una lettera aperta indirizzata alla Senatrice Marta Farolfi "siamo beffati e umiliati"
“Egregia Senatrice,
mi rivolgo a lei, perché essendo di Brisighella può più di altri avvertire il clima che si respira nel territorio alluvionato.
Parlare di delusione è estremamente limitativo, poiché tutti noi avvertiamo che, oltre al danno, c’è la beffa da parte dello stato dove impazzano le lotte politiche senza esclusione di colpi ma sempre sulla nostra pelle, quindi beffati e umiliati con ordinanze, con mancato rispetto di quanto annunciato (vedi credito d’imposta promesso a fine gennaio nelle riunioni pubbliche dalla struttura commissariale), con interviste surreali che vantano i grandi risultati di 500 ristori per 30000 alluvionati, con grandiose promesse di concessione di 6000 euro per gli arredi, magari da cui detrarre i 5000 del CIS (!!!): cose mai avvenute, senz’altro, perché alle beffe non c’è limite. Qualcuno si è mai posto il problema della differenza tra terremoto e alluvione, oppure, come ormai è convinzione comune, la politica vive e opera in un’altra realtà, non quella dei poveri cittadini ? A meno che le case non siano state rase al suolo, la situazione delle aree terremotate è ben diversa, con l’alluvione invece sono tanti a non aver salvato nemmeno le mutande, si immagini tutto il resto.
A noi che abbiamo perso da qualcosa a molto a tutto, non interessano le squallide polemiche pre elettorali tendenti a mettere in evidenza il perché di quanto avvenuto o addirittura avere assistenza legale, ci interessa realisticamente sapere cosa si intende fare per mettere in sicurezza il territorio. Tanti non hanno modo di affrontare le spese e non sono in condizione di accedere a mutui, pertanto rinunciano e abbandonano le case al loro destino magari svendendole; chi invece sta dando fondo ai propri risparmi o si fa aiutare dalle proprie reti familiari nella speranza che poi ci sia un rimborso (il cosiddetto 100% del 50%), vorrebbe conoscere i programmi, anzi i cronoprogrammi delle azioni che garantiscono una ricostruzione non vanificabile dal ripetersi dell’evento: solo a opere avvenute e non certo tra 12 anni come si va dicendo, in ogni caso non a parole, potremo giudicare chi ha operato meglio nei confronti dei cittadini e far pesare la bilancia nel segreto dell’urna.
Altra questione “inspiegabile” è il silenzio assoluto delle diverse parti politiche sulla questione fognaria e le responsabilità di Hera, che io definisco “la nebulosa inafferrabile”. Come mai nessuna polemica ? Come mai il silenzio davanti alle vaghe promesse di lavori da attuare in tempi esponenziali? Come mai ci si accontenta delle parole ? Si è consapevoli che la rete fognaria è ostruita al 50% da fango cementato e che al prossimo allagamento soffriranno non solo le aree prossime ai fiumi ma i centri storici ? Qualcuno è in grado di ricordare a Hera, direi qualcosa di più, che oltre ai guadagni, ha precisi compiti gestionali ?
Dopo il Covid, che già per molti di noi aveva causato pesanti drammi, la vita ci ha presentato un conto salatissimo da pagare, un’autentica situazione “di guerra” e senza gli auspicabili supporti per poter fare fronte in modo dignitoso, almeno con l’attenzione e il rispetto dello stato verso i propri cittadini.”
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