I NOSTRI ALLEVAMENTI DI MAIALI SONO A RISCHIO? PESTE SUINA ALLE PORTE, ALLARME DALLA TRASMISSIONE "FUORI DAL CORO", MA NESSUNO NE PARLA

 Il settore suinicolo italiano è in allerta: la temuta peste suina africana, dopo aver colpito la Lombardia, ha raggiunto anche Parma, cuore della produzione di prosciutti DOP. Questa rapida diffusione del virus sta generando profonda preoccupazione tra gli allevatori e mette a rischio l'intero comparto dell'export di carni suine e salumi.

La notizia della diffusione del virus ha scatenato una reazione a catena sui mercati internazionali. Diversi paesi esteri, temendo la contaminazione dei propri allevamenti, hanno già imposto un blocco alle importazioni di prodotti suini italiani. Questa decisione potrebbe avere conseguenze devastanti per un settore che rappresenta un pilastro dell'economia agroalimentare nazionale.

Non c'è tempo da perdere, abbiamo bisogno di interventi immediati e concreti per fermare la diffusione del virus.

La paura si è estesa ovviamente anche qui a Brisighella, dove è nota la produzione di salumi di alta qualità della mora romagnola e non solo. Gli allevatori locali seguono con crescente apprensione l'evolversi della situazione. "Siamo in un costante stato di allarme", afferma Gionata Venzi, allevatore di Brisighella. "Ogni giorno controlliamo ossessivamente i nostri animali, temendo di vedere i primi segni della malattia. La peste suina potrebbe spazzare via non solo i nostri allevamenti, ma anche secoli di tradizione gastronomica".

Il rischio non riguarda solo la salute degli animali, ma anche l'intera filiera produttiva dei rinomati salumi italiani. La peste suina africana, pur non rappresentando un pericolo per l'uomo, è altamente contagiosa e letale per i suini, con tassi di mortalità che possono raggiungere il 100% negli allevamenti colpiti.

La comunità degli allevatori e l'intera industria agroalimentare auspicano un intervento rapido e deciso da parte delle autorità competenti. È fondamentale che il governo e le istituzioni europee agiscano con la massima urgenza, servono risorse, un piano di contenimento efficace e una strategia di comunicazione chiara per rassicurare i mercati internazionali e i consumatori sulla qualità e sicurezza dei nostri prodotti.

Anche noi della redazione auspichiamo che le autorità competenti affrontino e risolvano questo grave problema al più presto per la salvaguardia di una delle filiere più rappresentative di Brisighella. Una lotta obbligata per preservare il proprio patrimonio suinicolo e gastronomico.

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