CANONE RAI, IL GOVERNO CANCELLA LO SCONTO: DA 70 EURO, SI TORNA A 90 EURO DAL 2025


Brisighella 29.10.2024 - Il canone Rai, una delle imposte più controverse nella storia italiana, si prepara a un nuovo capitolo. Dopo la riduzione a 70 euro nel 2024, fortemente voluta dalla Lega di Salvini e Giorgetti, il 2025 potrebbe segnare un ritorno alla quota di 90 euro annui. La notizia emerge dall'analisi della Manovra economica 2025 del governo Meloni, dove non compare alcuna traccia della proroga dello sconto attualmente in vigore.
La storia di questo tributo è segnata da un'elevata evasione, stimata intorno al 25% prima della riforma del 2016. Fu il governo Renzi a introdurre la svolta epocale, inserendo il canone nella bolletta elettrica e riducendolo da 113 a 90 euro, rateizzati in 10 mensilità da gennaio a ottobre.
Questa soluzione, seppur efficace nel contrastare l'evasione, non ha mai trovato il favore dell'Unione Europea, che ha più volte sollecitato l'Italia a rimuovere questi "oneri impropri" dalle bollette elettriche. Nonostante le promesse di adeguamento, nessun governo ha finora dato seguito alle richieste di Bruxelles.
Per il 2025, l'unica speranza di mantenere la tariffa ridotta a 70 euro risiede in un possibile emendamento durante la discussione parlamentare della Manovra. Un'operazione che richiederebbe però una copertura finanziaria di circa 430 milioni di euro.
Restano invariate le esenzioni per alcune categorie, tra cui gli anziani over 75 con reddito annuo inferiore agli 8.000 euro. Per tutti gli altri possessori di televisori, l'unica via per evitare il pagamento rimane l'autocertificazione di non possesso dell'apparecchio televisivo, soggetta a eventuali verifiche.
La questione del canone Rai continua così ad animare il dibattito politico ed economico italiano, confermandosi come uno dei tributi più discussi nel panorama fiscale nazionale.

EDITORIALE
Il canone Rai in bolletta è un estorsione: chi non guarda non dovrebbe pagare.

L'inserimento del canone RAI nella bolletta elettrica rappresenta una forzatura inaccettabile che è giusto contestare fermamente. Non è giusto infatti, che tutti i cittadini siano costretti a pagare per un servizio che non necessariamente utilizzano.
Nell'era digitale, molti hanno scelto di non possedere un televisore o di affidarsi esclusivamente a piattaforme streaming a pagamento, soprattutto giovani che consumano contenuti esclusivamente attraverso computer e dispositivi mobili, abbonandosi a piattaforme streaming di loro scelta. Perché dovrebbero contribuire al mantenimento di un servizio pubblico di cui non usufruiscono?
Il principio è semplice: il canone deve essere pagato solo da chi effettivamente utilizza il servizio RAI.
È tempo di modernizzare il concetto stesso di canone televisivo, adattandolo a una realtà in cui i modi di fruizione dei contenuti sono profondamente cambiati. La RAI, se vuole mantenere il suo ruolo di servizio pubblico, deve competere sulla qualità dei suoi contenuti, non nascondersi dietro un prelievo forzoso in bolletta. Solo così potremo garantire un sistema più equo e rispettoso della libertà di scelta dei cittadini.

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