BRISIGHELLA NOTIZIE: QUANDO LA POLEMICA POLITICA CALPESTA LA VERITÀ STORICA
LA VERITÀ DEI FATTI
Contrariamente a quanto insinuato da chi evidentemente preferisce la propaganda alla ricerca storica, la frase incriminata non è una nostra opinione, ma una citazione testuale tratta dal libro "Patrioti - Storia della Brigata Maiella" di Marco Patricelli. In una pagina, il libro riporta un passaggio dove Domenico Troilo spiega che in certe formazioni c'erano degli esaltati, definizione che noi della redazione non abbiamo usato, ci siamo solo limitati a dire "dal grilletto facile". Domenico Troilo era vice comandante del gruppo stesso e quindi testimone diretto degli eventi.
Fra il 43 e il 44 fu scritta una tra le pagine più nobili della seconda guerra mondiale , ma tra le meno note, quando fu costituita la Brigata Maiella. Dall’ Abruzzo percorse combattendo fino al nord, liberarono Brisighella, entrarono per primi a Bologna il giorno della liberazione, persone di ogni ceto sociale si unirono per l’ unità d’Italia. Al comando Ettore Troilo, suo vice Domenico Troilo, erano Italiani ma indossavano la divisa inglese, erano soldati con regolare tesserino militare, ma non prendevano ordini dagli ufficiali del Regio Esercito, portavano il tricolore sul bavero invece delle stellette, erano patrioti ma venivano considerati partigiani, erano combattenti per la libertà ma non facevano parte del Corpo Volontari per la libertà; erano resistenti ma operavano di fronte al nemico e non dietro le linee, compivano azioni di guerra e non di guerriglia, erano repubblicani ma erano stimati e lodati pubblicamente dall’ erede al trono Umberto di Savoia, erano tutti volontari e potevano andarsene in qualsiasi momento, ma nessuno lo fece mai.
Nel libro c'è quindi la testimonianza di Troilo non una pubblicazione di parte o una fonte controversa: Troilo è riconosciuto e citato sia dalla Fondazione Brigata Maiella sia dall'ANPI come fonte storica attendibile. Chi ci accusa di "scorrettezza storica" evidentemente ignora che stiamo riportando la testimonianza diretta di uno dei protagonisti della Resistenza, non inventando fantasie da "bar".
CHI STRUMENTALIZZA DAVVERO LA MEMORIA?
È paradossale essere accusati di "strumentalizzare la memoria" da chi, invece preferisce scatenare una polemica politica contro chi ha semplicemente riportato una testimonianza scomoda.
La storia non è un parco giochi dove scegliere solo i ricordi che ci fanno comodi. La Resistenza è stata un fenomeno complesso, fatto di eroi ma anche di contraddizioni, di episodi gloriosi ma anche di zone d'ombra. Negare questa complessità significa tradire la verità storica in nome di una retorica celebrativa vuota.
IL METODO DELLA VERITÀ CONTRO LA PROPAGANDA
Siamo certi che diventa difficile per chiunque contraddire quanto riportato da Troilo. È questo il loro "studio approfondito della storia"? Lanciare anatemi gratuitamente?
Chi parla di "superficialità" dovrebbe guardare in casa propria prima di puntare il dito. La superficialità vera è attaccare senza verificare, è trasformare la commemorazione storica in polemica partitica, è preferire l'indignazione precostituita alla ricerca della verità.
PRECISAZIONE
Il monumento in memoria della Brigata Maiella recentemente inaugurato al parco delle Rimembranze è stato finanziato dai sindacati dei pensionati CGIL UIL E CISL, nessuno vuole togliere meriti.
CONCLUSIONE
Continueremo a fare informazione basata sui documenti e sulle fonti, non sulle convenienze politiche. Chi preferisce la propaganda alla storia libero di farlo, ma non pretenda di dare lezioni di "serietà" a chi riporta i fatti documentati.
La memoria storica si onora con la verità, non con la censura. E la verità, per quanto possa disturbare chi vive di certezze ideologiche, è che la Resistenza fu un fenomeno umano, quindi complesso, quindi fatto anche di contraddizioni che vanno riconosciute e studiate, non negate.
E con questo, cari signori, non risponderemo ad altre provocazioni.
NOTA A MARGINE
Per chi vuole approfondire questa pagina di storia, più nota all'estero che in Italia, può trovare nella biblioteca Carlo Pasini di Brisighella il libro di Praticelli e il volume "Gruppo patrioti della Maiella" dello stesso Domenico Troilo.
E' la storia di ragazzi di ogni ceto sociale che lasciarono le loro case "non per cambiare ma solo per vivere in pace" , formazione apartitica, l'unica a cui fu conferita la medaglia d'oro al valor militare, dove vengono raccontati ricordi terribili di eccidi, di stragi e aberrazioni che segnarono l'Italia da parte dei tedeschi, da fascisti e da repubblichini.
Dopo 80 anni vogliamo ricordare che la mattina del 15 luglio i quasi 1500 patrioti in piazza Carducci nel nostro paese aspettarono di tornare civili, un reggimento polacco e britannico resero l’ onore alle armi, l’ epopea si chiude con 55 morti, 151 feriti fra cui 36 mutilati. La metà dei caduti è rappresentata da contadini l’ altra metà da studenti, commercianti e professionisti.
A Brisighella persero la vita 6 maiellini durante l'assalto al Belvedere, tra cui il diciasettenne Oscar Fuà e il vice comandante della compagnia Mario Tradardi.
Buongiorno, noto con dispiacere che avete completamente travisato gli intenti del mio articolo, il quale non voleva rappresentare assolutamente un attacco diretto al vostro blog ma una serie di precisazioni generali, in virtù di quanto rilevato nel corso degli anni su diversi social. Nessun attacco strumentale, dunque, né tantomeno politico, ma il puro e semplice desiderio, che mi pare da voi condiviso, di volere una lettura storica obiettiva. E senza avervi lanciato anatemi gratuiti, come avete scritto.
RispondiEliminaNon mi pare infatti, nel mio breve articolo, di aver calpestato alcuna verità storica, visto che le fonti da voi citate sono le stesse a cui ho attinto io, in primis il diario storico della Maiella e il volume di Nicola Troilo.
La frase incriminata, relativa ai partigiani "dal grilletto facile", era rivolta da Domenico Troilo a una formazione marchigiana. Tolta dal suo contesto originario, così come compariva nel vostro primo articolo, poteva essere riferita a chiunque, compresi i partigiani del luogo (ecco perché l’ANPI ha chiesto una mia opinione in merito) e fuorviante. Tutto lì. Si voleva sottolineare solo l'importanza di non estrapolare frasi dai contesti per evitare questi possibili fraintendimenti.
Oltre a ciò, mi sono limitato a prendere in considerazione l’utilizzo del termine “patriota” e “partigiano”, perché, come certo saprete, i maiellini sono e si sentono partigiani, oltre che patrioti. Non solo: essi sono riconosciuti come partigiani dal punto di vista militare. Infatti, a puro titolo di esempio, come si legge sul verbale n. 15 del 26 aprile 1949, attestato n. 1117 del tenente-colonnello Ettore Troilo (il loro comandante), documento realizzato dalla Commissione per la Equiparazione ai Combattenti e inviato al Distretto Militare di Chieti, sia Troilo che tutti i volontari della Maiella ebbero la qualifica riconosciuta di “partigiano combattente”, in quanto inseriti in “formazione non regolare” (ovvero non appartenente al Regio Esercito).
Infine, il volume che voi consigliate di Marco Patricelli, che ho conosciuto personalmente quando lo scrisse, è senza dubbio ottimo e ben documentato, ma sappiate che ha ampiamente tratto spunto da una mia pubblicazione pregressa per descrivere l'attività della brigata nel teatro di operazioni in Romagna. A riprova dell'onestà intellettuale del sottoscritto, che fa il suo lavoro di storico da 25 anni senza essere al servizio di nessun partito politico.
Buona sera Marco il post è in risposta all'attacco che ci ha fatto Brisighella Notizie che in calce le riporteremo. Precisiamo che non abbiamo mai scritto che vi erano partigiani dal grilletto facile qui in zona, anche se erano marchigiani la frase rimane scritta da Troilo, come non abbiamo scritto che non erano partigiani. Solo ora abbiamo notato che il suo libro è tra le fonti di Patricelli, curiosità la sua opera è presente nella biblioteca Pasini Di Brisighella? A seguire l'attacco integrale di Brisighella Notizie che crediamo di non meritare. BRISIGHELLA APERTA, LA BRIGATA MAIELLA, I PARTIGIANI E L’ARTE DI DIVIDERE ANCHE LA MEMORIA
EliminaRiceviamo e pubblichiamo
A Brisighella, purtroppo, sembra che la storia non sia mai stata studiata a fondo – e non è un caso se il nostro Comune oggi viene gestito con la stessa superficialità con cui si trattano persino i temi più sacri della nostra memoria collettiva.
L’ultimo esempio? Il post della pagina di Brisighella Aperta dedicato all’80° anniversario della liberazione da parte della Brigata Maiella. Dove, invece di limitarsi a rendere omaggio a chi ha combattuto per la nostra libertà, qualcuno ha pensato bene di celebrare la Brigata Maiella contrapponendola ai “partigiani esaltati dal grilletto facile”, scivolando in un’operazione tanto goffa quanto pericolosa: strumentalizzare la memoria per piccoli tornaconti politici scrivendo questa frase fuori luogo, storicamente scorretta e politicamente velenosa: "Non erano come i gruppi di tanti partigiani dove c’erano esaltati con il grilletto facile, capitò che disarmarono bande partigiane, che si facevano giustizia sommaria."
Siccome qui non stiamo parlando di opinioni da bar ma di storia documentata, vale la pena fare un po’ di chiarezza ed un po’ di storia, visto che qui sembra mancare.
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1. La Brigata Maiella era una formazione partigiana
La Brigata Maiella nasce e viene costituita presso il municipio di Casoli la notte del 5 dicembre 1943. È una formazione partigiana, costituita quasi da volontari, guidata da Ettore Troilo, nato a Torricella Peligna nel 1898, avvocato formatosi politicamente frequentando lo studio di Filippo Turati e lavorando presso la Segreteria particolare di Giacomo Matteotti. Troilo chiese subito l’aiuto di due figure importanti per la costituzione della Maiella: i fratelli Antonio ed Eolo Di Troia.
Gli inglesi, a cui si presentarono, erano inizialmente diffidenti verso gli italiani, ma accettarono comunque il loro appoggio grazie all’intervento dell’ingegnere Lionel Wigram, tenente colonnello inglese del Liaison Office della Maiella.
continua dal precedente commento: 2. I partigiani non erano “banditi dal grilletto facile”
EliminaNegli ultimi tempi il termine “partigiano” è stato sporcato da accuse infondate: banditi, assassini, violenti. Ma la storia – quella vera, studiata dagli storici seri – racconta altro:
- La Resistenza italiana fu parte integrante della liberazione dell’Europa.
- Le formazioni rispondevano a ordini militari ben precisi (CLNAI e CUMER).
- Dietro ogni combattente c’erano staffette, sappisti e civili che rischiavano la vita ogni giorno.
- Gli episodi di giustizia sommaria ci furono, ma non erano la regola: anzi, chi si macchiava di reati contro i civili spesso veniva punito severamente dagli stessi partigiani.
Ridurre tutto a “esaltati col grilletto facile” è un insulto ai caduti e un’offesa alla memoria collettiva.
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3. La Brigata Maiella e la liberazione di Brisighella
La Brigata Maiella arrivò nel territorio di Brisighella a fine novembre 1944. Qui collaborò con la SAP “Gino Fabbri”, che la informò del ripiegamento tedesco. Dopo ricognizioni e pattugliamenti congiunti, fu concordato un piano per liberare la città senza usare l’artiglieria polacca, per evitare vittime civili.
Quindi, per chi ancora oggi tenta di creare una contrapposizione artificiosa: la Brigata Maiella e i partigiani brisighellesi agirono insieme, con disciplina e obiettivi comuni.
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E qui arriva l’aspetto più triste e paradossale
Ad organizzare un vero momento di memoria condivisa per omaggiare l’80esimo anniversario dello scioglimento della Brigata Maiella sono stati i sindacati dei pensionati, non l’amministrazione comunale.
Brisighella meriterebbe di meglio. Meriterebbe amministratori capaci di rispettare la storia, oltre che di gestire il presente. Ma a giudicare da come stanno riducendo il Comune forse è chiedere troppo.